Potevo mai pensare di non partecipare al contest “Ricette Spontanee” indetto dalla mia amica Ambra, in collaborazione con Juri Chiotti, chef e gestore del Rifugio Meira Garneri, nella splendida Val Varaita? Assolutamente no, così mi sono messa a “progettare”, giusto per non complicarmi troppo la vita, la ricetta che presento in questo post.
Regola principale del contest era utilizzare e rendere protagoniste della ricetta le erbe spontanee che dovevano essere raccolte di persone e non comprate dal contadino del mercato. Qui è sorto il primo problema “tecnico” perchè non posso dirmi una grande esperta di erbe spontanee, così mi sono messa a studiare per capire qualcosa di più. Il risultato si è fatto attendere un bel po’, visto che pubblico la ricetta a poche ore dalla scadenza ma ho voluto fare le cose al meglio, andando a raccogliere erbe nelle nostre Valli di Lanzo.
Ora preferisco far parlare le foto e la ricetta…a voi il giudizio! Ah, dimenticavo…con la ricetta, a breve, ci sarà anche un abbinamento ad hoc, ovviamente cercando di rispettare al massimo anche la territorialità, fatto da Fabio, la voce “alcolica” del blog.
Cialda di riso Carnaroli e timo selvatico con trota salmonata croccante e misticanza di erbe e fiori di campo
Tempo di preparazione: non specificabile poichè dipendente da molte variabili
Difficoltà: media
Ingredienti (x 4 persone):
Per la cialda di riso e timo selvatico
200 gr di riso Carnaroli (la scelta ricade qui perchè contiene molto amido)
5/6 rametti di timo selvatico
olio extravergine d’oliva q.b.
sale q.b.
Per la trota salmonata
2 filetti di trota salmonata
farina di mais q.b.
1 noce di burro
Per la misticanza di erbe e fiori di campo
fiori di campo misti
silene
melissa
sale q.b.
olio extravergine d’oliva q.b.
Procedimento:
Per la cialda di riso
Fate lessare il riso in abbondante acqua salata per 18/20 minuti. Nel frattempo pulite il timo, staccando fiori e foglie dai rametti e tenendoli da parte. Scolate il riso, conservando un bicchiere dell’acqua di cottura, quindi frullate il tutto fino ad ottenere una crema non troppo densa. Accendete il forno ventilato a 60°C, disponete la crema su una leccarda da forno oleata, facendo uno strato sottile, quindi lasciate essiccare nel forno per circa 4/5 ore o comunque fino a che si formerà una lastra molto croccante. A questo punto scaldate abbondante olio in un tegame ampio e fate friggere la cialda di riso per qualche minuto, fino a che si gonfierà, prendendo volume.
Per la trota salmonata
Pulite bene i filetti, spinandoli accuratamente e lavandoli con acqua fredda. Tamponateli con carta da cucina per asciugarli, quindi tagliateli fino ad ottenere un rettangolo regolare nella parte centrale, più carnosa, di ogni filetto. Tagliate a tocchetti che poi passerete nella farina di mais, creando una panatura molto leggera. Fate scaldare un tegame con il burro, quindi friggete i tocchetti di trota per 45 secondi dalla parte della pelle e per 15 secondi su tutti gli altri lati. Ponete su carta da cucina, per eliminare il burro in eccesso, quindi mantenete in caldo.
Per la misticanza
Pulite bene le erbe e i fiori che avete raccolto, avendo cura di staccare le corolle e le singole foglie o le cimette dal resto, così da tenere solo la parte più tenera. Condite leggermente con sale e olio d’oliva.
Montaggio del piatto
In un piatto ponete la cialda di riso sulla quale adagerete i tocchetti di trota salmonata (che salerete appena prima di servire) e la misticanza. Servire caldo. Buon appetito!
Un abbinamento Divino
WOW! Che bel piatto. Qui possiamo realmente sbizzarrirci nel parlare di un connubio di profumi e sapori legati alla natura.
Un piatto così, pur semplice all’apparenza, ha alle spalle un lungo lavoro, sia per quanto riguarda la ricerca delle materie prime (le erbe spontanee e i fiori di campo raccolti nelle Valli di Lanzo e la trota salmonata pescata al Lago 3 Pais in Val di Susa), sia per la preparazione creata da Silvia, che valorizzano al massimo i prodotti del nostro territorio.
Le sensazioni eleganti di questo piatto mi portano a consigliarvi uno splendido Arneis, che adoro. Si tratta del Roero Arneis d.o.c.g. Pescaja, che nella sua eleganza completa questo piatto.
Con questa ricetta partecipo a